mercoledì 14 aprile 2010

Pietro Mirandola vince il mongolino d'oro primavera-estate 2010

Apr 14th, 2010
San Francisco, California del Nord
Dalla I lettera dell’ “Emigrante presente a tutte le longitudini”
Giorno nr. 165

Da quando atterrai a Los Angeles Airport in una fresca serata di Ottobre e incontrai oceano, sole, palme e chiappe chiare (semicit.), mi sono sempre chiesto perche sulla bandiera della California ci sia un orso bruno, per altro con aspetto minaccioso.
Ora l’ho capito. Perche in California del Nord fa un po piu freschetto di quella del Sud. Niente piu palme, sole mare e chiappe al vento (ma nessuna traccia di messicani, vamos!), ma colline, vento e…….checchi paoni (chi ha orecchie per intendere, origli).
Beh, 6 ore e mezza di viaggio attraverso gli Usa piuttosto facili…se vi state chiedendo cosa ci sia tra Los Angeles e San Francisco, la risposta sta in poche parole: uno stracazzo di niente, non ce.
Deserto che si alterna a colline e ancora a deserto che si alterna a zone di sosta. Gia me le sogno di notte ora, i cartelli “prossima zona di sosta 25 miglia”, figuratevi quando dovrò fare Las Vegas-Albaquerque e dopo da li a Dallas, cioe due giorni nel completo deserto americano, come avro gli incubi “prossima zona di sosta quando la tua benzina sarà gia finita e rimpiangerai di non esserti fermato nel fast food precedente, sporco italiano”.
Poco prima di San Francisco iniziano le colline piene di vacche che si fanno la doccia sotto la pioggia, il quale ricorda un po la Gran Bretagna, oltre a dare un po l’aspetto di “tenebre, morte e disperazione” (ricit.), una volta arrivato, il clima mi è sembrato un po piu un incrocio tra la Siberia e il Canada, comparato con quello di OC in cui vivo. Fortuna che mi sono messo in valigia l’unico maglione che ho in California, proprio per caso, 5 minuti prima di partire, altrimenti a quest’ora sarei gia nella sala d’aspetto dell’inferno con scritto in fronte “deceduto causa vento forte”, tra l’ilarità generale.
La città carina, piu che americana sembra nord-europea, la cosa che mi da piu fastidio sono le colline che impediscono quasi il jogging senza spaccarti le gambe. Anche se non l’ho vista piu di tanto, dato che i concessionari visitati oggi erano a San Jose, e domani viaggiero verso Stockton e poi Fresno, per poi tornare a Sud e ripartire per l’Arizona lunedi. Ah, l’albergo in cui sono finito (che quando sono arrivato aveva l’acqua del water gia gialla, bella li!), è a Little Italy. Lunedi sera sono andato a mangiare in un posto chiamato “Pellegrini”. Ora, uno si fa 6 ore e mezza di macchina, ha il sedere quadrato, scende dalla macchina per essere travolto dal vento e accorgersi che l’acqua del cesso di camera sua è gia gialla ancora prima di pisciare. Il cameriere italiano arriva li e inizia a spiegargli in inglese cosa sono i cappelletti, e gli gnocchi e le fettuccine, e lui (io) per tagliare corto esce con un “Yeah yeah I’m italian I know that..”..ci credereste se il cameriere rispondesse in italiano “Abbe? Sei italiano? Capisc, si? E allora leggitelo da solo, stò menu”. Bene cosi.
Ma la scena migliore probabilmente è stata stamattina, quando a migliaia di miglia di distanza, l’A.C Milan chiedeva a Maldini di tornare in campo per completare il triennio di pagliacciate, e i Chicago Bulls decidevano di impegnarsi contro Boston e poi provare a battere Charlotte per qualificarsi ai playoff e fare contento il sottoscritto, Pietro Mirandola, da viale Martiri della Libertà 49, facendo jogging scivolò mettendo la mano su un escremento di animale, ripresentandosi nella hall per reincontrare il district manager con cui sta viaggiando con la mano in tasca chiedendo il bagno e promettendo di tornare fra 5 minuti.
Avanti cosi.
Sempre vostro,

P.M

2 commenti:

  1. poche pippe, Chicago ai playoff non ci va! stasera prevedo sconfitta! ;)

    RispondiElimina
  2. E invece Chicago ci è andata, mentre Maldini forse non tornerà in campo ma probabilmente se ne andrà al fresco!

    RispondiElimina