giovedì 8 luglio 2010

Uccidetemi e seppellitemi qui, parte III: New York City, piu Storie dalla East Coast, parte I: i ragazzi della regione southeast

Jul 9th, 2010
Newark, New Jersey
Dalla IV lettera dell'"Emigrante a tutte le longitudini"
Giorno nr. 252

Sono venti minuti che guardo il monitor come l'ultimo degli imbelli, per cercare di trovare parole per descrivere la città di New York. Ma temo non ci siano.
4 sole ore di viaggio ieri da Annapolis (Maryland), fino a qui, passando attraverso il New Jersey, e fermandosi a Clifton a salutare amici di famiglia nel loro fast food in cui facevo colazione nelle estati tra i 5 e i 7 anni.
Roba strana, tornarci a 20 anni, in macchina da solo e sapendo l'inglese. Roba strana davvero. Dal New Jersey fino all'entrata in città le 3 corsie dell'autostrada di Los Angeles diventano 6, la gelida acqua e brezza del Pacifico viene sostituita dai topi dell'Hudson (vabbe, peferivo il Pacifico), ma poi la scarsa manciata di grattacieli pericolanti ad ogni scossa di terremoto californiana viene sostituita con miglia e miglia per un totale di forse un centinaio di grattacieli, il nulla di LA centro viene sostituito dall'Empire, la fifth Avenue, Broadway, il Rockfeller Center e un sacco di altre cose (ci sarebbero state anche le torri, ma Osama ha detto che non era d'accordo). La monocultura e monocolore messicano di Los Angeles viene sostituita da un numero piu ampio di razze, il venditore di tortillas viene sostituito dal venditore di hot dog (finalmente) e cosi via. Ma soprattutto una colonia messicana in Usa viene sostituita dal mondo, ma rigorosamene sotto cultura americana. Verrò accusato di antilosangelismo, ma io lo chiamerei "analisi analogica dei fatti".
Per il resto, niente, l'unica cosa che si puo dire è che Manhattan è semplicemente un riassunto del mondo racchiuso in qualche decina di miglia. Questa è la mia definizione definitiva alla città di New York. Ieri in procinto di prendere il taxi acquatico per tornare in New Jersey, mi sono voltato e ho salutato la città con un inchino. Manifesta superiorità.
Ho l'albergo a Newark, città un pelo pericolosa. Viene chiamata con un nickname ma non ricordo quale, mi sembra "l'armeria". Come ha detto zio Joe "In Newark there is nothing to do except for troubles". Cioè a Newark non c'è nulla da fare almeno che tu non sia in cerca di guai. Bene cosi.
Purtroppo il mio tempo con l'ufficio regionale del southeast è finito. Personaggi fantastici.
A partire da zio Jeff, di origine libanese, enorme ex gocatore ncaa di football con Georgia Tech (naso storto di una decina di gradi causa 6 rotture). Quello di cui si parlava qualche intervento fa, con presunti suoceri da San Marino incontrati nella cena a casa sua. Italiano un po bizzarro però, dopo non aver capito un cazzo di ciò che dicevano mi sono sentito dire "Wow, il tuo inglese è molto meglio del nostro italiano". Ma meno male. Non mi ricordo se fosse stato lui o zio Joe (football per Richmond College), che mi ha raccontato di un mitico Doctor McClue, detto Doctor Mc, che operava tutti gl sportivi provenienti dal college. Nella sala d'aspetto, potevi scegliere tra due tipi diversi di filmati: quelli delle sue operazioni ("you guys once you take the skin off are alle the same"...cioe "una volta sotto i ferri, siete tutti uguali"), oppure dei filmini porno.
Poi zio Jerry, stravagante 60 enne canadese con la passione per il vino. Due settimane fa ci siamo presi un giorno libero e l'abbiamo passato in una spiaggia della Florida, come scrissi. Finito il bagno nell'oceano, tentando di asciugarci col sole mi ha raccontato come sia in procinto di sposarsi per la 6a volta, stavolta con una 30enne musicista ambulante di Rochester (30 anni di meno). Buona idea. Poi mi ha detto che fra un paio d'anni divorzierà ancora (tutto programmato insomma), andrà in pensione....e partirà per un viaggio in Europa, per visitare Italia, Francia e Spagna...e andare a vivere o in Romania o Polonia :O.
Perche ha sentito dire che ci sono belle ragazze, ha detto, ma non conosce molto l'europa quindi spera che siano anche bei posti. "Vai tranquillo", gli ho detto..soprattutto la Polonia. "Sole, mare e risotto bon", come si direbbe in Veneto.
E per finire zio Joe. Una settimana fa ero in Virginia da lui (foto dei tramonti su fb). Mi ha invitato a casa sua la domenica, per la festa d'indipendenza. Abita sul fiume Rappahannock. Naturalmente appuntamento alle 5, io parto dall'hotel all 4.58. Inserisco l'indirizzo nel GPS..inesistente. Bene, ma neanche tanto. Mi dirigo almeno nella direzione della via giusta, salvo scoprirla lunga parecchie miglia, con due file di case per parte. Bene, ma non benissimo. Dopo circa un ora, trovo una donna misteriosa in mezzo alla strada come un film horror (la nuora), che mi chiede se stessi per caso cercando Joe Sgroi. Volevo dirle che in realtà stavo guidando in tondo da un'ora in cerca di fumo, ma ho lasciato stare. Zio Joe mi stava aspettando sul fiume, pescando, con una birra in mano e la panza da quintale. Salutandomi con un "Hi Peter how doing today?" come se fossi non giusto, ma addirittura in anticipo. Serata in barca, a pescare granchi. E poi a mangiarli a casa, con tabasco, birra e anguria. Il bello è che io prima ho finito i granchi e poi sono passato alla frutta, mentre lui mangiava un boccone di pesce e uno di anguria. Aggiungendoci qualche sorso di birra. Bene, ma non benissimo.
Sempre vostro,

P.M

1 commento: