venerdì 27 agosto 2010

Curtains Fall. Giù il sipario.

Aug 27th, 2010
Anaheim (Los Angeles Metropolitan Area)
Giorno nr. 302

"Le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che oltrepassa le loro capacità" (Francois DeLaRochefocauld)

Finisco da dove avevo iniziato. Ayres Hotel, Anaheim, California. Un diciannovenne (allora) ragazzo di provincia appena diplomato catapultato allo sbaraglio in California. 302 giorni fa, entrai da quella porta di questa precisa stanza, la 131 dell'Ayres, e come prima cosa iniziai a scrivere "Giorno 0", il mio primo intervento in questo blog.
302 giorni dopo, dalla stessa postazione, questa stessa scrivania di terza mano, lo concludo.
302 giorni dopo, domani, un Boeing dell'American Airlines mi riporterà in patria.
Tempo di ringraziamenti. Fate le valigie, si torna a casa, mi dissero.
Iniziamo dall'Italia. Iniziamo dai top 2 commentatori di questo blog, che vincono il premio fedeltà 2009-10. C'è zio Alberto a.k.a "il Luke Walton della Verona da bere"..che poverino, è un buon'uomo. E' che vuole diventare un giornalista. Io gliel'ho gia detto. Fra 5 anni sarò in grado di fare meglio di lui il mio lavoro e anche il suo. Fedelissimo del blog e buon personaggio, però. Poi zio Max a.k.a Max Giordan a.k.a il rosso. Un giorno in preda a chissà quali fumi mi ha confidato qual'è il suo lavoro. Non posso confidarvelo. Realmente, è questione di ordine pubblico. Ma mettiamoci anche zio Mirko. Che non è nella top 3 dei commentatori ma ce lo metto lo stesso, per questione di rispetto reciproco. Troppo, per essere validi avversari sul campo, troppo rispetto l'uno nei confronti dell'altro come persone, per infierire sul corpo del rivale.

"Salve Mr. Mirandola, la volevo informare che da quando lei è partito il sottoscritto ha appeso la racchetta al chiodo. Sarà questione di valori. Ma su quel campo finchè lei non torna io nn ci metterò piede. Lode a lei." (M.M)

Magari riprenderemo da dove avevamo lasciato. Sorseggiando una bevanda preferibilmente alcolica, post sforzo fisico, seduti ad un tavolino con il vento tra i capelli. Parlavamo delle nostre impressioni sulle cose e sulla vita, delle scienze e dei saperi, di questo tempo che passava senza nemmeno lasciarci il tempo di renderci conto quanto stavamo invecchiando.
Beh tralasciamo la giornata di oggi, un turbine di sensazioni contrastanti, con come culmine il congedo finale dall'ufficio. In fondo la dentro sono cresciuto, nei primi 6 mesi, ho imparato ciò che era previsto imparassi, ho imparato l inglese (perche l'ho imparato li, dalle 8 di mattina alle 5 d pomeriggio), e ci ho anche sofferto nei momenti difficili.
La sera si è conclusa (e di fatto la mia esperienza americana) con una cena tra colleghi, come per magia i miei preferiti (questione di fortuna), persino zio James da Atlanta e zio John da Phila.
Ma ringraziamo anche zio Shaun e zio Brian. Il secondo, cioè il mio diretto superiore (ex, ormai) rimane un figliodiunabuonasignora nonostante stasera. Ma me lo immaginerò, finche presenziero lezioni universitarie riguardo la relazione prezzo-quantità. Me lo immaginerò, con una birra di fronte al televisore, imprecando contro questi Cubs che infondo non vincono da quando c'era gesu cristo capotavola. In fondo se ho sempre tenuto duro è anche grazie a lui. Magari un bel giorno gli darò indietro le centinaia di dollari di pranzi offerti. Il primo, cioe il General Manager non che numero 1 nell'ordine gerarchico, rimane semplicemente un maestro di vita e di business, in quanto potrebbe scrivere il vangelo sulla Leadership Aziendale senza essere il Presidente. Uno da cui imparare anche guardandolo tagliare la bistecca o masticare semi di girasole, magari a qualche riunione delle 4 del pomeriggio, quando chiunque inizia a mollare le briglie tranne lui, che è ancora in fase di riscaldamente dalle 8 del mattino. O zio Joe, e il weekend a birra, granchi, e pennicchelle sul fiume dal nome innominabile, lassu in Virginia. E poi zio Sonny, e i suoi discorsi filosofici sul lago Michigan, Illinois, nel dopo cena. Ma sua moglie no, non gliel'avrebbe piu ridata nessuno. Vogliamo menzionare qualcuno extra orario lavorativo? Perche non zio Arshad, uno ricoverato in psichiatria in India a 11 anni, troppo stressato nel dividere la giornata tra allenamento di cricket fino alle 7 di mattina, poi scuola e poi lavoro fino alle 10 della sera, non puo non essere un altro maestro di vita, e credetemi, lo era. poi la fuga in Gran Bretagna di nascosto, l'America, la depressione ancora, il permesso di soggiorno, e il suo sogno che in fondo sta ancora vivendo, quello di riuscire a diventare qualcuno nel suo paese. Magari un giorno ci riuscirà, e io sarò il suo primo tifoso. "If you cannot change it, don't worry about it", o "The 90% of the things that worry us, will not happen" o "if it walks like a duck, or sounds like a duck or looks like a duck, it means it's a duck". Il mio maestro indù preferito.
Ebbene, pare che le trasmissioni siano finite. Che dire. Cio che ho fatto, pensato e imparato in questi mesi lo trovate negli interventi precedenti. Vorrei rivivere i primi 3 mesi con la forza mentale di ora, ma non fa niente, non avrebbe senso...nessuno nasce imparato, mi disse un tale. Che dite? se ho ricevuto applausi da casa? No, ed hanno ragione. Si applaude alla fine dello spettacolo, non a metà. E per fine dello spettacolo, non intendo lo spettacolo che finisce domani. Questo e' un po piu a lungo termine. Da lunedi mattina sono di nuovo in ufficio, in Italia, stavolta. Io in vacanza non ci vado mai, ne avò una lunghissima gia prenotata, fra molti anni. E poi si inizia l'università, continuando a lavorare sempre. Entrambi. Mi son proprio bevuto il cervello. Comunque, casa nuova (con la famiglia non ci vivo piu), citta nuova (centro), persone nuove, amici nuovi. Un anno dopo, cambio vita di nuovo. Mannaggia, questo film l'ho gia visto.
Beh, dopo 302 giorni, 27 stati, 50 post, circa 200 commenti, 2000 visite, temo di non avere piu nulla da dire. In fondo spero di aver lasciato qualcosa anche a voi. E infondo magari fra 10, 20, 30 o 40 anni, quando persino non ricorderò di aver vissuto un anno negli Usa mi sveglierò nel cuore della notte, sudato e ansimante, e nel cielo mi parrà di sentire le pale degli elicotteri, come ad Anaheim, California. E la stridula voce di zio Mike nelle orecchie "Distribution, Mike".
Qui sono le 4 del mattino, ora se non vi dispiace me ne torno fuori, sulla Katella Avenue, la strada che ha cullato questo mio anno in USA, a fare l'ultima passeggiata notturna, per cercare di capire ancora una volta di che colore è il buio. Ma stanotte, m sento in grado di dire che profuma di vittoria. Non il buio, quello continua a sapere di Pecorino sardo di qualità deprecabile, ma la Katella Avenue. Poi torno qui, finisco di fare le valigie, metto giu gli ultimi pensieri e resto ancora un po a riflettere, mentre il sipario cala.
Punto.
A capo.

THE END.

3 commenti:

  1. Non pensavo di trovarmi tra gli eletti ringraziati, ma ci speravo. E' stato un piacere per me accompagnarti in questo anno, condividendo tutto, anche la strepitosa offseason dei Bulls. Domani sera indica un'ora, ed io ci sarò. Come a Verona dal resto. Ultimo saluto, a domani Mirandola. sempre tuo,
    Pecchio "Walton" Alberto.

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  2. ma nooo dovevo scoprirti prima!

    un saluto da NYC!
    Dcf

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